Amo particolarmente gli aforismi perché spesso in essi si trova la sintesi perfetta di un concetto. In questo momento, in cui il Nostro Paese vive un periodo complicato, soprattutto a livello economico e sociale, ne ho due stampate bene in mente. La prima di Einstein sostiene che "...Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa. La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura. E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza. Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo. Invece di ciò dobbiamo lavorare duro. Terminiamo definitivamente con l’ unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla” (1955). La seconda, di Charles Darwin, invece, sostiene: "Non e’ la specie piu’ intelligente a sopravvivere e nemmeno quella piu’ forte. E’ quella piu’ predisposta ai cambiamenti". Proattività e predisposizione al cambiamento quindi. Sono queste le due caratteristiche più importanti per "cavalcare" la famosa onda della crisi. Ed io aggiungerei, per la mia esperienza professionale, anche il coraggio. Chi per primo, durante un periodo di crisi, ha il coraggio di rimettersi in gioco, è probabile che riesca ad accumulare un vantaggio competitivi sugli altri player di mercato, tale da diventare la best practice del proprio segmento di mercato. Tutte queste caratteristiche le ho ritrovate nell'ospite di oggi, Lucio Lenci, quando, lo scorso 11 Ottobre sono stato all'inaugurazione della sua nuova attività: SEIDIVINO, enoteca che si trova a Roma, zona Anagnina (Via Riccardo Billi)
L'idea è di conciliare la qualità del prodotto, il vino, con l'innovazione del packaging, il bag in box. Per sapere di più di lui e della sua nuova attività, abbiamo incontrato Lucio...
Ciao Lucio. Dicci di te… chi è Lucio
Lenci?
58 anni, sposato, nato in un paese (Mondolfo) in provincia di
Pesaro da famiglia contadina che negli anni sessanta è stata costretta ad
emigrare (ci tengo ad usare questo termine, perché oggi gli italiani hanno
dimenticato che molte persone della mia
età sono figli di emigranti) nella grande città per cercare di migliorare lo
stato sociale, e soprattutto dare a noi figli la possibilità di studiare e creare le basi
per un migliore futuro.
Qual è il tuo background?
Nella vita, sia come indirizzo scolastico che nel lavoro, ho
sempre ricoperto ruoli prettamente tecnici con specializzazione nel campo
dell’elettrotecnica.
Come nasce la passione
per il vino?
In verità non credo ci
sia stata una ragione ed un momento preciso nella vita che abbia fatto nascere la passione per il
vino ed a tutta la filiera...dalla vite alla tavola, passando dalle tecniche di viticultura fino alle tecniche di degustazione. E’ un mondo meraviglioso!
Dalla passione al
business. La scintilla è stata?
Un periodo di crisi lavorativa. E' come se si fosse creato
un nuovo spazio per dare sfogo ad una passione che mi porto dentro da sempre. Ho fatto il corso da Sommelier all’AIS, ho partecipato a diverse
degustazioni, ho visitato molte cantine ma sempre per soddisfazione personale,
adesso ho voglia di trasmettere queste esperienze.
Come hai pensato alla
formula del successo della tua attività?
Approccio Mass Market. Volevo che "io e tanti io" avessero la possibilità di bere del vino di qualità nel quotidiano senza spendere cifre importanti. Per fare questo, non volendo agire sul vino, è stato necessario agire sul packaging, con la scelta del Bag in box. A livello, organizzativo, invece, io sono il "tecnico", essendo, come ti dicevo, appassionato da sempre, mentre il mio socio, Federico, è l'anima commerciale del nostro business. Io sono quello che vi aspetta qui per spiegarvi, farvi assaggiare e consigliarvi il vino, Federico è quello che lo porta sulle tavole dei clienti corporate quali ristoranti, pizzerie, etc.
Bag in Box dunque. Dicci di
questa tecnologia …
Il bag in box è un tipo di
imballaggio monouso composto da una sacca (bag) realizzata in layer di polietilene
per alimenti, un rubinetto, chiamato VITOP, che ha la particolarità di far uscire
il contenuto della sacca senza far entrare l’aria e una scatola di cartone
(box) che serve per semplificarne lo stoccaggio e trasporto. Spiegato questo
bisogna dire che l’operazione più delicata la compie una speciale macchina
(riempitrice) che estrae l’aria dalla sacca, la riempe di vino e inserisce il
rubinetto a tenuta. Il tutto sempre impedendo che l’ossigeno venga a contatto
con il vino. Si ottiene, così, che del buon vino, prerequisito essenziale, all’interno del bag in box mantenga tutte le caratteristiche chimiche ed organolettiche per diversi
mesi senza alterazioni.
Selezione delle
cantine. Quali criteri?
Questa è la cosa più importante del prodotto che offriamo ai
nostri clienti. Il buon vino. Come ti dicevo, il Bag in Box, aiuta la conservazione, ma se il vino che inserisci non è buono, non lo migliori con il packaging. Detto ciò, la scelta è stata fatta prima ricercando aziende agricole che
già confezionano il vino anche in bag in box, poi andando a trovarli, che è stato l'investimento, in termini di tempo e distanze, più probante della nostra impresa. In ogni azienda ci siamo soffermati a
parlare con i proprietari, a visitare le cantine controllare se realmente
avessero vigneti di loro proprietà, se la capacità di produzione uva/vino era
coerente e in ultimo ci siamo messi seduti per la prova della degustazione
pratica. Devo dire che alcune aziende hanno soddisfatto le mie aspettative e
solo con quelle abbiamo stretto rapporti commerciali, senza intermediari o
rappresentanti. Criteri di scelta del vino:
- entry level vino: IGP. E' da questo livello, infatti, che il vino e la sua produzione, deve rispettare dei precisi vincoli inseriti in un disciplinare;
- le etichette che trovate qui da noi, non si limitano ad imbottigliare vino prodotto da terzi, ma curano tutto il processo sino alla vendita;
- selezionare, anche all'interno della stessa etichetta, solo alcuni vini, che ho ritenuto migliore di altri.
Lucio e Federico in trasferta per tutti noi |
Parliamo di Marketing. Kotler ci insegna che il mix si snoda intorno alle famose 4 P: pricing (prezzo), product (prodotto), packaging (confezione), place (punto vendita). Se dovessi distribuire dei pesi su queste leve, come li distribuiresti per "SeiDiVino"?
Io li metterei con questa seguenza: Prodotto(50%) – Prezzo (30%) – Confezione (10%) – Punto vendita (10%). Nel prodotto, però, oltre al vino, includerei anche il servizio di "consulenza" che il cliente trova da noi.
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Sei “on air” da quasi
un mese. Com’è stato l’inizio? Quando prevedi il Break Even della tua attività?
Devo ammettere che bisogna lavorare molto per vincere quella
diffidenza di cui parlavo prima ma poi le persone apprendono e capiscono la
differenza. La mossa vincente? La serietà e professionalità. Noi i vini li
facciamo assaggiare e li commentiamo, aiutiamo il cliente a trovare un tipo di
vino più adatto a lui ed alle sue esigenze. Se serve gli diamo qualche consiglio per imparare
a bere, sembra una frase strana ma molte persone non sanno bere e vanno
educate. Per quanto riguarda il “Break Even”, credo che cominceremo a vederlo
verso giugno/luglio del 2015, non è una sorpresa, sta nei programmi fatti
all’inizio.
Ci anticipi qualche
iniziativa che pensi di fare prossimamente?
Sicuramente ampliare la gamma dei vini stando attento alla
tendenza delle richieste della clientela. Poi creeremo eventi di degustazione e, con chi avrà fiducia in noi, tanto da fidelizzarsi, creeremo un canale comunicativo in cui proporremo continuamente occasioni commerciali. Nel futuro vedo anche una diversificazione dei prodotti sempre di
ottima qualità e non reperibili nelle normali catene di distribuzione, abbiamo
già iniziato proponendo un olio extravergine d’oliva in bag in box e olii
aromatizzati da usare per condimenti, poi arriverà altro che non voglio
anticipare, saranno tutte sorprese.
![]() |
SeidiVino - Via Riccardo Billi 2-4, Roma |
Quali sono le vision e
la mission della tua impresa?
Vision: diffusione a tappeto del Bag in box.
Mission: vino di qualità a prezzo contenuto.
Lasciamo un attimo da
parte l’imprenditore Lenci ed indossa, ora, il cappello di Lucio uomo.. che
persona sei?
E’ difficile valutarsi da solo, credo di essere il risultato
di un’educazione ed uno stile di vita che i miei genitori mi hanno trasmesso: serietà, onestà, correttezza e guardare sempre chi sta indietro, non chi sta
avanti. E’ stupido ignorare chi sta nella situazione peggiore della tua e penso che si debba sempre aiutare.
Non posso non
chiedertelo… che vino preferisci?
Non uno in particolare, dei bianchi preferisco vini fruttati
con profumi di frutta bianca e buona acidità. Per quanto riguarda i rossi vini
giovani con scarsa presenza di tannini e morbidi, mi piaccono molto quelli che
ricordano profumi di ciliegia o frutti di bosco.
Se fossi un vino
saresti? Perché?
Forse uno Chardonnay, perché ha un profumo fragrante con
piacevoli sentori di fruttato tipo ananas, banana; un bouquet che piace a tutti.
Fondamentale, spesso è ignorato l’abbinamento cibo-vino che serve per creare l’armonia dei gusti
olfattivi e gustativi di ambedue, da la giusta rilevanza al cibo, diversamente
è come suonare un pianoforte scordato, sarà pure bello e costoso ma ti fa
sentire male ad ascoltarlo.
Il tuo piatto
preferito?
Amo i primi piatti, quasi tutti. Spesso mi sento pienamente
soddisfatto anche con condimenti semplici.
Come te la cavi ai
fornelli?
Non è la mia passione, mi limito a preparare solo piatti
semplici con cose genuine e come detto prima in particolare primi piatti.
In chiusura un
consiglio per i nostri lettori… quali sono le linee guida da seguire nella
scelta di un vino e da cosa invece bisogna diffidare?
Un consiglio semplice è quello di avvicinarsi al mondo del
vino con massima modestia e non con la presunzione di essere esperti di tutto,
magari chiedere qualche consiglio, trasmettere i propri gusti in modo che chi è
più esperto di te possa aiutarti. Convincersi che, come dico spesso, è possibile bere un buon bicchiere di vino
anche senza spendere troppo!
Da cosa bisogna diffidare? Le cose sono tante, il prezzo
troppo basso, i saputoni, i vini “casarecci”, da chi ti vende il vino senza
neanche farlo assaggiare, dalle offerte favolose spesso proposte nei
supermercati, ecc. Una bottiglia di vino di discreta qualità non può costare
meno di 4-5 euro. Soprattutto quando non si ha le idee chiare chiedere,
chiedere, senza paura di passare per ignoranti, non possiamo essere esperti su tutto!
Cosa rispondi a chi vive il vino come un rito: stappare, decantare, gustare.
Sono due contesti diversi. Loro non sono il target group di riferimento. Intendiamoci, se vado ad una cena non da amici, porto la bottiglia, proprio per la sacralità ed il rito. Il fine di Sei di Vino è quello di far bere ad una grande platea del vino di qualità ad un prezzo alla portata da tutti.
Ciao ed in bocca al lupo Lucio.
Sono due contesti diversi. Loro non sono il target group di riferimento. Intendiamoci, se vado ad una cena non da amici, porto la bottiglia, proprio per la sacralità ed il rito. Il fine di Sei di Vino è quello di far bere ad una grande platea del vino di qualità ad un prezzo alla portata da tutti.
Ciao ed in bocca al lupo Lucio.