Per la rubrica "I numeri dicono sempre la verità...basta saperli leggere", oggi, vi propongo un'intervista esclusiva con Silvia Motta, volto tv di Rai 3 (Tv Talk, Agorà, Mi Manda Rai 3), meglio conosciuta come "La signora degli Ascolti". Con Lei, ho voluto fare una bella chiacchierata a proposito di trasmissioni di cucina in tv, di qualità e di audience. E' interessante, a mio modo, capire i meccanismi che muovono la grande macchina mediatica e soprattutto valutare se i numeri, in questo caso, sono sinonimo di popolarità o di qualità. Concetti, a volte, molto distanti tra loro. Prima di lasciarvi alle interessanti risposte di Silvia, una delle più belle citazioni sui numeri: Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell'individuo. L'ebbrezza è un numero. (Charles Baudelaire).
Nome: Silvia
Cognome: Motta
Data di Nascita: 1975
Luogo di Nascita: Milano
Cognome: Motta
Data di Nascita: 1975
Luogo di Nascita: Milano
In tv
imperversano sempre più programmi di cucina: dalla Clerici fino alla Parodi,
passando per Masterchef, Unti e Bisunti e Street Food Heroes. Quanto è
ancora alta la curva di interesse di questo tema oppure quanto siamo vicini
alla saturazione?
L’interesse è ancora molto alto. La
Prova del Cuoco va sull’ammiraglia della tv pubblica e fa ancora ascolti
altissimi con una media del 18% di share
e più di due milioni e 200mila telespettatori; la seconda edizione di Masterchef solo su SkyUno ha ottenuto
una media di quasi 700mila telespettatori, Unti
e bisunti ha contribuito all’ottimo successo di Dmax, terzo in classifica
tra i canali specializzati nei primi nove mesi del 2013 dopo Real time e Rai
Yoyo..Lo stesso Bake off Italia su Real
time alla prima puntata (in onda anche su Dmax) ha quasi doppiato gli ascolti
del confronto per le Primarie del PD. Questi ultimi due esempi si collocano
all’interno dell’importante crescita del gruppo Discovery.
Qual è
secondo te la trasmissione di cucina di maggiore qualità in tv? Perché?
Mi pare molto riuscito Masterchef.
Trovo che coniughi perfettamente il linguaggio del talent con i contenuti
culinari soddisfacendo pienamente le aspettative del pubblico.
Spesso i
format proposti sono ideati all’estero e poi riproposti in Italia. Secondo il
tuo osservatorio, in Italia, non abbiamo il talento autoriale per farli home
made, senza dover acquistare un pacchetto preconfezionato all’estero?
I talenti ci sono, e tanti; sono quelli che poi ci mettono l’ingegno
creativo per adeguare un prodotto standardizzato alle esigenze del pubblico
televisivo del nostro Paese. Ma per le Reti è più semplice comprare un successo
sicuro piuttosto che rischiare investimenti infruttuosi per la raccolta
pubblicitaria.
Qual è il
target group di riferimento dei diversi programmi: Prova del Cuoco, Master
Chef, Benedetta Parodi, Unti e Bisunti, Street Food Heroes?
Diversi. Vasto, popolare e più anziano il target di Antonella Clerici; benestante,
colto e più giovane quello di Masterchef,
che genera molto traffico anche su Twitter; femminile quello di Benedetta
Parodi con Bake off Italia; più
maschile quello di Unti e Bisunti e
di Street Food Heroes.
Quanto il
successo di queste trasmissioni sono legate a doppio filo al conduttore e
quanto, invece, è la forma del format?
Credo che il
successo sia il risultato di un perfetto connubio tra le due parti. Clerici e Parodi
sono un compiuto esempio di come il format alla fine finisca per coincidere con
il volto del conduttore. Ma soprattutto nei talent è fondamentale il casting dei
giudici, più di quello dei concorrenti, perché ai primi è affidata anche la
responsabilità di incarnare consapevolmente le linee autorali.
Qual è il
personaggio dell’anno di queste trasmissioni e perché?
Chef Rubio. Per il suo modo diverso, più maschile, più da american boy. Ha
sdoganato la cucina da camionista, quella dello street food, non solo più bassa-popolare
ma anche fetida, molto lontana dalla nouvelle cuisine a cui ci aveva abituato
il genere.
Per un
professionista dei fornelli, non è un rischio, in termini di immagine, esporsi
a livello mediatico in questo tipo di trasmissioni popolari?
Da una grande pubblicità di solito provengono più vantaggi che svantaggi.
Secondo te,
sulla base dei numeri, sarebbe possibile fare una trasmissione di cucina
improntata più al tutorial, alla spiegazione della tecnica e delle materie
prime che al resto?
Il genere del tutorial è tutt’altro che
semplice. Sicuramente non lo è sulla tv generalista, dove ci vuole del tempo
per essere capito dal pubblico, come ha dimostrato l’avventura paziente di
Detto Fatto, che però ora è un buon successo del pomeriggio di Raidue. Un tutorial
sulla cucina, in questa contingenza economica in cui gli inserzionisti hanno
ancora il braccino corto, sarebbe un investimento più sicuro su una rete
tematica.
Dai tuoi
numeri, quanto il successo è dovuto dall’audience consolidato del canale che
trasmette la trasmissione e quanto, invece, il tema avvicina nuovi
telespettatori alla tv di riferimento?
Come dicevo pocanzi, il canale di
trasmissione è fondamentale. Per
rispondere mi basta citare il caso
Parodi: volto e genere di successo su Italia Uno, il pubblico de La7 non l’ha
capita e ora è adattissima su Real time.
I primi anni
2000 sono stati caratterizzati dai reality, poi ci sono stati i talent. Da
studiosa tv, come immagini il futuro della tv? Quale sarà il prodotto tv dei
prossimi 10 anni? La cucina potrebbe essere un buon volano per nuovi format?
Il futuro della tv sarà sempre più fuori dal televisore. Ormai guardiamo
la televisione dagli smartphone e da altri device. Nel futuro della tv vedo
quello a cui stiamo già assistendo: una tv a richiesta, in cui il pubblico è
fortemente interattivo, con un ruolo
di primissimo piano di Internet e della Social Tv. Anche i programmi di cucina
si dovranno adeguare..chissà quante nuove app gastronomiche! Intanto auguriamoci che il genere
televisivo dei programmi di cucina, a causa dell’inflazione, non si consumi a
breve come è successo in certi periodi ai talk show politici.
I numeri
premiano la qualità o no? I maggiori ascolti a quale fattore sono dovuti?
Non sempre. Spesso gli alti ascolti premiano la pruderie o la presenza di
un volto popolare. Ma nel genere della cucina in tv mi sembra che finora
qualità e ascolti vadano di pari passo.
Il tuo
rapporto con il cibo?
Onnivora.
Mangio spesso eppure mi sento sempre a stomaco vuoto..e in più mi toccano a
cena anche gli avanzi dei figli. Per fortuna ho un metabolismo accelerato e non
accumulo in zone scomode..
Il tuo piatto
preferito?
Le lasagne di mia suocera
Quanto sei
brava dietro ai fornelli?
Se mi impegno
qualcosa di decente ne esce..ma mi devo davvero impegnare. In casa mia è più
bravo mio marito.
Cucina per te
significa…
L’angolo della mia cucina è sempre piena
di bambini che giocano con acqua, farina e spezie. Ma siccome la cucina non è
solo un angolo di casa ma è sinonimo di gusto della vita, per godermi una cena
è meglio andare dalle amiche o al ristorante.
Il piatto che
leghi maggiormente al Natale e perché?
I tortellini
in brodo. Ho 38 anni e sono 38 anni che il 25 dicembre sono immancabili tra il
primo e il secondo.
Progetti per
il futuro? Obiettivi?
Mi interessa
approfondire il filo diretto che si è aperto con i telespettatori tutte le
mattine tra Agorà e Mi Manda Raitre. E’ impressionante l’interesse attivo del
pubblico verso questa sorta di democrazia diretta sulla tv: è una sorta di
compartecipazione alla costruzione di una tv di qualità attraverso critiche e
commenti. Tutte indicazioni preziosissime che devono far drizzare le antenne a
noi televisivi, spingendoci a migliorare i nostri programmi senza dare nulla
per scontato. E’ per questo che osservo in continuazione, attraverso i dati
Auditel, ma anche attraverso il Qualitel, le passioni dei telespettatori. Mi
preme conoscerli, capire i motivi delle loro singole scelte, potendo
intercettarli anche ad uno ad uno, grazie a questa finestra del mattino su
Raitre e attraverso Twitter o Facebook. Credo che chi lavora in tv abbia il
dovere di ascoltare la voce del pubblico, e debba rendersi consapevole e
responsabile del fatto che la tv non può essere una giungla in cui il
telespettatore è costretto a sopravvivere grazie allo zapping. La tv è
innanzitutto un servizio al pubblico, e a questo obiettivo la Rai, che fa
proprio servizio pubblico, è particolarmente attenta.
Silvia Motta
tra 10 anni dove si vede?
Più dietro
alle curve dell’Auditel che ai fornelli. E comunque lunga vita a Tv Talk!
Grazie Silvia ed in bocca al lupo per tutto.
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