mercoledì 25 giugno 2014

Eliminazione Mondiale? E qual è la sopresa? Il calcio è un microcosmo del Paese...

Cesare Prandelli (courtesy of Wikipedia)
Ieri sera la nazionale azzurra, bissando la debacle sudafricana del 2010, ha detto - prematuramente - addio alla competizione iridata. E' dalle 20 di ieri che non sento altro che commenti e considerazioni di estrema sorpresa per quanto accaduto, basati sulla considerazione, a mio modo di vedere errata, che il nostro Paese sia ancora una potenza di questo sport. 

"Noi siamo l'Italia, non possiamo fare queste figure!" oppure "abbiamo 4 stelle mondiali sul petto!" 

Quindi? Dico io! L'aver avuto un passato glorioso non può essere garanzia di un futuro altrettanto roseo e soprattutto non è condizione necessaria e soprattutto sufficiente per avere successo.


Nel calcio, così come nella vita, tranne qualche raro caso, che rende meraviglioso questo sport, si raccolgono frutti solo se alle spalle c'è stata programmazione e progettualità. Parole, queste, che non fanno di certo scopa con Italia in questi ultimi anni. E purtroppo, non solo nel calcio, anzi.

Qualche esempio?

Politiche giovanili. Le nostre squadre sono ormai composte da un numero sempre maggiore di stranieri. Negli ultimi anni, poi, c'è la tendenza di fare lo stesso anche nelle primavere. Il settore giovanile, che, in realtà, dovrebbe essere la il percorso formativo dei giocatori del domani è diventato, invece, lo stage per giovani stranieri promettenti che i club acquistano a poco prezzo. Se la federazioni non mette in atto delle politiche che favoriscano la crescita dei giocatori italiani, non si può pensare che le nostre rappresentative possano esprimere sul campo risultati migliori di quelli degli ultimi anni. Basta riflettere su un elemento. Nel 2006 siamo stati campioni del mondo con giocatori quali Nesta, Cannavaro, Gattuso, Gilardino, Inzaghi, Pirlo, Buffon e via discorrendo. Oltre al talento indiscusso, che è svincolato da qualsivoglia analisi, questi giocatori appartengono ad una generazione in cui, proprio per le norme federali ed internazionali di allora (Bosman su tutti), le società erano abituate a coltivare i propri talenti perché il numero massimo di giocatori stranieri che potevano essere impiegati era di tre. Conseguenza? Gli stranieri in Italia erano di altissimo livello ed innalzavano la qualità del nostro campionato. Ora invece, scorrendo le rose di tutte le rose (eccezion fatta, in parte dalla Juve che conta su un blocco tricolore) ci sono la maggior parte di calciatori stranieri. Motivo? Probabilmente economico. Costano meno. Quello che però ritengo basilare è la componente culturale. In Italia siamo sempre stati esterofili ed anche nel calcio, dove invece, dettavamo spesso legge, ora questo modo di intendere la vita ha finito per diminuire drasticamente la competitività del nostro calcio. In Inghilterra, tanto per fare un esempio, c'è una norma per cui gli stranieri per ottenere il permesso di lavoro devono aver giocato un certo numero di partite (70% se non erro) della loro rappresentativa negli ultimi due anni. Scopo? Favorire ingresso di quei giocatori che effettivamente alzano la qualità del campionato. Motivo? Più campioni, più spettacolo, più ricavi da tv e da stadio, più beneficio per tutti. Altro esempio? Il Barcellona, che negli utlimi 10 anni è stato un modello per tutti, investe nel settore giovanile, le famose cantere, cifre a doppio digit (così come Ajax ed altri club europei di grande tradizione). Risultato? Il Barca di Guardiola giocava con 9/11 provenienti dalle loro giovanili di cui 8 spagnoli, catalani anzi. Il nono è Messi. Esempio di straniero che alza la qualità del campionato...che comunque dall'età di 12 anni fa parte delle giovanili blaugrana.

Istituzioni. La vittoria ha mille padri, la sconfitta è orfana. Leit motive del nostro Paese: difficilmente le governance del nostro Paese si assumono responsabilità di fronte a cattivi risultati. Più facile fare scaricabarile. Vale nella politica, figurarsi nel calcio. Ieri Abete si è dimesso irrevocabilmente (in attesa dell'accettazione del Consiglio Federale). I commenti a questo sono stati: finalmente una persona che si prende le proprie responsabilità? Onore a lui! Mie considerazioni: perché ora e non nel 2010 dopo l'altrettanto se non più clamorosa eliminazione mondiale? Lo ha detto ieri Prandelli: i luccichii di Euro 2012 hanno distratto la massa dai problemi (di cui sopra) del nostro sistema calcio. Dal momento che il numero 1 del calcio era Abete, avrebbe dovuto dimettersi allora. Se c'è una cosa per cui sono felice dell'eliminazione è che ora, quantomeno spero, si possa aprire un nuovo capitolo legato a persone, ma soprattutto logiche diverse. Perchè quello di cui si ha necessità è un nuovo modo di pensare, un respiro nuovo, non facce diverse che ragionano nel medesimo modo.

Crollo del Sistema Calcio Italia. La verità è nei numeri. Ne sono convinto. Ecco un pò di numeri. Prendiamo la decade 1990-1999 su 10 finali di Coppa Uefa, 7 volte in finale c'era una squadra italiana, in 3 occasioni entrambe le squadre erano italiane. Morale: 6 vittorie. Le nuova Uefa Cup, con formula allargata, sempre per motivi economici, zeru titoli, per dirla alla Mourinho. Champions League? Vedi sopra. Nel 2003 in semifinale c'erano Milan, Juve ed Inter. Il 75% dei 4 club più forti di quell'anno erano italiani. Finale tutta tricolore. Milan vincente. Milan che nei 4 anni successivi ha giocato altre due finali con alterne fortune contro il Liverpool (2005 e 2007). Dopo il 2010 con la grandissima Inter del Triplete è stato caporetto. La Juventus che da 3 anni domina incontrastata in campionato, nel corso dell'ultima edizione non ha superato il girone di CL. I motivi, anche qui, sono da ricercare nel manico e quindi nel Sistema Calcio. L'Italia non ha stadi moderni e quindi non può partecipare a grandi kermesse come host country. Manifestazione, queste, che sarebbero anche un volano per l'economia tutta. L'Italia, per le sue regole economiche, fiscali, di modello in generale, non attrae molti capitali stranieri (Roma ed Inter sono eccezioni degli ultimi anni). O comunque quelli che attrae trovano ostacoli d'ingresso enormi e virano su altri campionati e soprattutto Paesi (Inghilterra su tutti con Man Utd, Man City, Chelsea, Liverpool, solo per citare alcuni dei club di maggior tradizioni guidati da capitali extra UK). In Italia, oltre alla logistica, anche il ticketing è un disastro. Nel XXI secolo, era della tecnologia estrema, non si può comprare un biglietto via internet ma bisogna possedere tessere e controtessere. Motivi di sicurezze? Ho forti dubbi su questo. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende diceva Andreotti. Anche perché non è che siamo diminuiti gli incidenti con questo mezzo (a proposito, esprimo la mia vicinanza alla famiglia di Ciro Esposito, spentosi - troppo prematuramente - questa mattina. Che tutti prendano esempio dalla compostezza e dalla civiltà della famiglia). Sono diminuite le persone che vanno allo stadio. L'incidenza non è affatto diminuito. Quindi? Vogliamo parlare delle persone che fanno parte del gota del calcio? I presidenti? Persone condannate per reati sportivi che ancora fanno parte del Sistema. In Inghilterra, per un motivo non sportivo, ma fiscale, Cellino, ora proprietario del Leeds, era stato respinto perchè non considerato persona gradita. Dai perfavore...Controprova di un impoverimento tecnico e di credibilità? Mi piacerebbe sapere perchè il Presidentissimo Blatter nel 2006 non prese parte alla cerimonia di premiazione dell'Italia a Berlino, con il famigerato mancato consegna della Coppa a Cannavaro? Perchè l'Italia ha giocato due delle sue tre partite alle ore 13...e la terza l'ha giocata nella foresta con un clima a dir poco sfavorevole. Per non parlare degli arbitri. Tutti aspetti che mi fanno pensare che le stellette sul petto le dovremo lucidare e non aggiungere se non cambierà la musica...purtroppo!

Conclusioni. Perché non ho parlato di aspetti tecnici? Perché sono, in ordine di importanza, quelli che meno hanno inciso. Perché spesso la punta dell'iceberg, quella su cui la massa si concentra, è solo uno specchietto per le allodole data in pasto ai più per pacificare. I motivi importanti, quelli sistemici, quelli "veri", sono quelli sommersi. Sarebbe opportuno che Noi tutti non si faccia gli struzzi davanti ad un risultato, ma si vada anche a vedere come sì è raggiunto. Lo stellone capita una volta. L'exloit è uno. Per riconferrmarsi  - poi - ci vuole competenza, progettualità, onestà intellettuale, merito. Tutti termini, questi, sempre più desueti in questi ultimi anni nel nostro Paese. Mi auguro che si faccia tesoro di questa debacle e si riparta seriamente per rifondare un sistema che sotto tutti gli aspetti non sta più in piedi. I tifosi lo hanno capito e pian piano stanno prendendo le distanze con proteste civili che non hanno precedenti. I laziali ad esempio (me compreso) per esprimere il proprio dissenso verso la gestione del Presidente Lotito, hanno disdetto abbonamenti tv, stadio, non compra materiale. Il messaggio è forte e chiaro...e credo che sarà sempre più ampio e che se non verrà ascoltato il nostro calcio farà un percorso regressivo sempre più marcato. E' interesse di tutti rifondare...non ultimo dell' erario che incassa ogni anno quasi 1 mld/anno da questo che, ormai, è un vero e proprio settore industriale, "atipico" perchè vende emozioni, ma per numeri, è un settore industriale importante. Chi vivrà vedrà. Nel frattempo, per favore, nessuno gridi alla scandalo o alla sorpresa per una esclusione che è la logica conseguenza del nostro sistema calcio e paese.




lunedì 23 giugno 2014

Il cocktail dei mondiali...insalata di polpo...doppia versione

Se Vi dico Germania 2006, escludendo il successo degli azzurri, qual è il Vostro primo pensiero? Il mio è sicuramente il polpo Paul, simpatico cefalopede teutonico che azzeccava tutti i pronostici di quel mondiale. Purtroppo il polpo Paul, il 26 Ott 2010, all'età di appena 2 anni, ci ha lasciato. In suo onore, per non dimenticarlo, propongo una doppia versione di uno dei classici piatti che si preparano con questa specie marina. Per gli amanti della tradizione vi regalo la ricetta di mamma dell'insalata di polpo. In contrapposizione, poi, la versione del Panda: cocktail di polpo con vellutata fresca di piselli ed insalatina fresca di carote e sedano. Un solo ingrediente in aggiunta e diverso utilizzo delle verdurine, la parte fresca e croccante del piatto. Ecco a Voi la doppia versione di...






















Ingredienti per 4 persone:
  1. 1,5 kg di polipo fresco;
  2. 2 carote;
  3. 2 gambi di sedano;
  4. 300 g di pisellini;
  5. olio evo qb;
  6. 1 scalogno;
  7. sale qb;
  8. succo di 1 limone bio;
  9. vino bianco;
  10. 2 foglie di lauro;
  11. 4-5 bacche di ginepro.

La cosa fondamentale per la riuscita di questa ricetta è la materia prima: il polpo. Qualche accorgimento nella preparazione, che dopo vi dirò, è sicuramente importante, ma se il polpo non è buono lasciate perdere, vi imbarcate in una mission impossible.

Cottura. Immergete in una pentola a bordi alti il polpo insieme con acqua, vino ed aromi; nel mio caso alloro e chiodi di garofalo. Portate a bollore e fate bollire secondo i dettami del caso, ovvero:

La regola vuole circa 45 min ed un bicchiere di vino per chilo di polpo. Regolatevi in base alle vostre necessità.

Per quanto riguarda la quantità di acqua, fate a sentimento, considerando che durante la cottura il liquido si riduce di circa il 40%. Non esagerate, ma non siate nemmeno avari.

Proprio come per il brodo, abbiate cura di schiumare in superficie il liquido di cotture. Una volta raggiunto il bollore, abbassare la fiamma, e fate cuocere a fuoco dolce sino al termine.

Passaggio Fondamentale. Se non volete che il polpo indurisca irrimediabilmente, spostate la pentola dal fuoco, mettete il coperchio ed aspettate che freddi nella sua acqua di cottura.

Dopo circa 5-6 ore, potete scolare il polpo, sciacquarlo abbondantemente con acqua corrente per togliere tutte le impurità di cottura che si depositano nelle tipiche ventose ed asciugarlo.

A questo punto, vi si pone una scelta: classico o moderno?

Classic Version

























Fate a pezzi il polpo, ed a rondelle spesse sia le carote che le coste di sedano (dopo averle pelata dai filamenti); unite tutto in una ciotola e condite con olio, sale e limone. Fate raffreddare e servite...successo assicurato!

Panda Version



Dovete fare colpo sui vostri commensali con una preparazione semplice, originale ma di effetto? Questa è una soluzione.

Soffriggete uno scalogno tritato finemente, quindi aggiungete i piselli con un pò di acqua e portate a cottura, lasciandoli acquosi.

Trasferite tutto in un passaverdure ed ottenete una vellutata di piselli. Aggiustate di sale e pepe ed olio.

Se non avete il passaverdure, frullate il tutto e poi passatelo in un setaccio per dividere polpa e pellicine.

Versate il tutto in una sacca a poche e guarnite il fondo di una coppa o di un bicchiere, secondo i gusti.

Tagliate a la julienne sedano e carote, lucidate con olio ed adagiatelo sopra lo strato di vellutata.

Terminate il montaggio con il polpo ed il gioco è fatto.

In alternativa, le verdure potete proporle in una dadolata molto piccola, secondo quello che preferite. Io ho scelto la julienne perchè da altezza ed eleganza al cocktail.

Fate raffreddare e servite ai vostri ospiti suggerendogli di degustarlo in verticale per poter assaporare la differenza di sapori e consistenza.

Ottimo per un aperitivo di classe, perfetto se accompagnato a delle bollicine.

Buon Appetito