lunedì 23 dicembre 2013

La donna degli ascolti...in cucina

Per la rubrica "I numeri dicono sempre la verità...basta saperli leggere", oggi, vi propongo un'intervista esclusiva con Silvia Motta, volto tv di Rai 3 (Tv Talk, Agorà, Mi Manda Rai 3), meglio conosciuta come "La signora degli Ascolti". Con Lei, ho voluto fare una bella chiacchierata a proposito di trasmissioni di cucina in tv, di qualità e di audience. E' interessante, a mio modo, capire i meccanismi che muovono la grande macchina mediatica e soprattutto valutare se i numeri, in questo caso, sono sinonimo di popolarità o  di qualità. Concetti, a volte, molto distanti tra loro. Prima di lasciarvi alle interessanti risposte di Silvia, una delle più belle citazioni sui numeri: Tutto è numero. Il numero è in  tutto. Il numero è nell'individuo. L'ebbrezza è un numero. (Charles Baudelaire).


















Nome: Silvia
Cognome: Motta
Data di Nascita: 1975
Luogo di Nascita: Milano


In tv imperversano sempre più programmi di cucina: dalla Clerici fino alla Parodi, passando per Masterchef, Unti e Bisunti e Street Food  Heroes. Quanto è ancora alta la curva di interesse di questo tema oppure quanto siamo vicini alla saturazione?

L’interesse è ancora molto alto. La Prova del Cuoco va sull’ammiraglia della tv pubblica e fa ancora ascolti altissimi con una media del 18% di share e più di due milioni e 200mila telespettatori; la seconda edizione di Masterchef solo su SkyUno ha ottenuto una media di quasi 700mila telespettatori, Unti e bisunti ha contribuito all’ottimo successo di Dmax, terzo in classifica tra i canali specializzati nei primi nove mesi del 2013 dopo Real time e Rai Yoyo..Lo stesso Bake off Italia su Real time alla prima puntata (in onda anche su Dmax) ha quasi doppiato gli ascolti del confronto per le Primarie del PD. Questi ultimi due esempi si collocano all’interno dell’importante crescita del gruppo Discovery.

Qual è secondo te la trasmissione di cucina di maggiore qualità in tv? Perché? 

Mi pare molto riuscito Masterchef. Trovo che coniughi perfettamente il linguaggio del talent con i contenuti culinari soddisfacendo pienamente le aspettative del pubblico.

Spesso i format proposti sono ideati all’estero e poi riproposti in Italia. Secondo il tuo osservatorio, in Italia, non abbiamo il talento autoriale per farli home made, senza dover acquistare un pacchetto preconfezionato all’estero?

I talenti ci sono, e tanti; sono quelli che poi ci mettono l’ingegno creativo per adeguare un prodotto standardizzato alle esigenze del pubblico televisivo del nostro Paese. Ma per le Reti è più semplice comprare un successo sicuro piuttosto che rischiare investimenti infruttuosi per la raccolta pubblicitaria.

Qual è il target group di riferimento dei diversi programmi: Prova del Cuoco, Master Chef, Benedetta Parodi, Unti e Bisunti, Street Food Heroes? 

Diversi. Vasto, popolare e più anziano il target di Antonella Clerici; benestante, colto e più giovane quello di Masterchef, che genera molto traffico anche su Twitter; femminile quello di Benedetta Parodi con Bake off Italia; più maschile quello di Unti e Bisunti e di Street Food Heroes.

Quanto il successo di queste trasmissioni sono legate a doppio filo al conduttore e quanto, invece, è la forma del format? 

Credo che il successo sia il risultato di un perfetto connubio tra le due parti. Clerici e Parodi sono un compiuto esempio di come il format alla fine finisca per coincidere con il volto del conduttore. Ma soprattutto nei talent è fondamentale il casting dei giudici, più di quello dei concorrenti, perché ai primi è affidata anche la responsabilità di incarnare consapevolmente le linee autorali.

Qual è il personaggio dell’anno di queste trasmissioni e perché? 

Chef Rubio. Per il suo modo diverso, più maschile, più da american boy. Ha sdoganato la cucina da camionista, quella dello street food, non solo più bassa-popolare ma anche fetida, molto lontana dalla nouvelle cuisine a cui ci aveva abituato il genere.

Per un professionista dei fornelli, non è un rischio, in termini di immagine, esporsi a livello mediatico in questo tipo di trasmissioni popolari? 

Da una grande pubblicità di solito provengono più vantaggi che svantaggi.

Secondo te, sulla base dei numeri, sarebbe possibile fare una trasmissione di cucina improntata più al tutorial, alla spiegazione della tecnica e delle materie prime che al resto? 

Il genere del tutorial è tutt’altro che semplice. Sicuramente non lo è sulla tv generalista, dove ci vuole del tempo per essere capito dal pubblico, come ha dimostrato l’avventura paziente di Detto Fatto, che però ora è un buon successo del pomeriggio di Raidue. Un tutorial sulla cucina, in questa contingenza economica in cui gli inserzionisti hanno ancora il braccino corto, sarebbe un investimento più sicuro su una rete tematica.

Dai tuoi numeri, quanto il successo è dovuto dall’audience consolidato del canale che trasmette la trasmissione e quanto, invece, il tema avvicina nuovi telespettatori alla tv di riferimento? 

Come dicevo pocanzi, il canale di trasmissione è fondamentale. Per rispondere mi basta citare il caso Parodi: volto e genere di successo su Italia Uno, il pubblico de La7 non l’ha capita e ora è adattissima su Real time.


I primi anni 2000 sono stati caratterizzati dai reality, poi ci sono stati i talent. Da studiosa tv, come immagini il futuro della tv? Quale sarà il prodotto tv dei prossimi 10 anni? La cucina potrebbe essere un buon volano per nuovi format?

Il futuro della tv sarà sempre più fuori dal televisore. Ormai guardiamo la televisione dagli smartphone e da altri device. Nel futuro della tv vedo quello a cui stiamo già assistendo: una tv a richiesta, in cui il pubblico è fortemente interattivo, con un ruolo di primissimo piano di Internet e della Social Tv. Anche i programmi di cucina si dovranno adeguare..chissà quante nuove app gastronomiche! Intanto auguriamoci che il genere televisivo dei programmi di cucina, a causa dell’inflazione, non si consumi a breve come è successo in certi periodi ai talk show politici.

I numeri premiano la qualità o no? I maggiori ascolti a quale fattore sono dovuti?

Non sempre. Spesso gli alti ascolti premiano la pruderie o la presenza di un volto popolare. Ma nel genere della cucina in tv mi sembra che finora qualità e ascolti vadano di pari passo.

Il tuo rapporto con il cibo? 

Onnivora. Mangio spesso eppure mi sento sempre a stomaco vuoto..e in più mi toccano a cena anche gli avanzi dei figli. Per fortuna ho un metabolismo accelerato e non accumulo in zone scomode..

Il tuo piatto preferito? 

Le lasagne di mia suocera

Quanto sei brava dietro ai fornelli? 

Se mi impegno qualcosa di decente ne esce..ma mi devo davvero impegnare. In casa mia è più bravo mio marito.


Cucina per te significa… 

L’angolo della mia cucina è sempre piena di bambini che giocano con acqua, farina e spezie. Ma siccome la cucina non è solo un angolo di casa ma è sinonimo di gusto della vita, per godermi una cena è meglio andare dalle amiche o al ristorante.

Il piatto che leghi maggiormente al Natale e perché? 

I tortellini in brodo. Ho 38 anni e sono 38 anni che il 25 dicembre sono immancabili tra il primo e il secondo.

Progetti per il futuro? Obiettivi? 

Mi interessa approfondire il filo diretto che si è aperto con i telespettatori tutte le mattine tra Agorà e Mi Manda Raitre. E’ impressionante l’interesse attivo del pubblico verso questa sorta di democrazia diretta sulla tv: è una sorta di compartecipazione alla costruzione di una tv di qualità attraverso critiche e commenti. Tutte indicazioni preziosissime che devono far drizzare le antenne a noi televisivi, spingendoci a migliorare i nostri programmi senza dare nulla per scontato. E’ per questo che osservo in continuazione, attraverso i dati Auditel, ma anche attraverso il Qualitel, le passioni dei telespettatori. Mi preme conoscerli, capire i motivi delle loro singole scelte, potendo intercettarli anche ad uno ad uno, grazie a questa finestra del mattino su Raitre e attraverso Twitter o Facebook. Credo che chi lavora in tv abbia il dovere di ascoltare la voce del pubblico, e debba rendersi consapevole e responsabile del fatto che la tv non può essere una giungla in cui il telespettatore è costretto a sopravvivere grazie allo zapping. La tv è innanzitutto un servizio al pubblico, e a questo obiettivo la Rai, che fa proprio servizio pubblico, è particolarmente attenta.

Silvia Motta tra 10 anni dove si vede? 

Più dietro alle curve dell’Auditel che ai fornelli. E comunque lunga vita a Tv Talk!

Grazie Silvia ed in bocca al lupo per tutto.

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