mercoledì 25 dicembre 2013

Crostini alla crema di puntarelle...Natale finger food

Buon Natale a tutti Voi ed a tutti i vostri cari! Finalmente è arrivato il 25 Dicembre, giorno che tutti i bambini aspettano per scartare i doni ricevuti dal panciuto anziano lappone, sceso dal camino. E' per tradizione la festa delle famiglie, ma soprattutto è la festa delle tradizioni. Il giorno in cui si fanno, da anni, senza nemmeno sapere in fondo il perchè, sempre le stesse cose. Passano gli anni, cambiano le persone e la società, ma il 25 Dicembre si vive sempre nello stesso modo. Le mamme preparano le ricette che si trasmettono da generazioni. Le nonne raccontano ogni anno gli stessi aneddoti, alla fine dei quali, ti chiedono: "te lo ricordavi o non te lo ricordavi?". E tu, tra il perplesso e l'annoiato vorresti rispondere: "E come faccio a dimenticarlo, lo dici ogni anno!!!", invece sorridi e cerchi di passare oltre. In questo scenario, una delle classiche ricette che si mangia a casa mia è l'insalata di puntarelle ed alici, come contorno ai filetti di baccalà fritti.  Quest'anno NO! Voglio rompere le tradizioni e proporvi una versione finger food di puntarelle ed alici: i crostini alla crema di puntarelle ed alici. Fingerizziamo il Natale, destrutturanto le puntarelle.



Ingredienti per 10 persone:
  1. 250 g di puntarelle;
  2. 10 filetti di alici sott'olio;
  3. aglio qb;
  4. olio evo qb;
  5. aceto balsamico qb;
  6. sale grosso qb;
  7. pane casereccio

Lavate e mondate le puntarelle, quindi asciugatele accuratamente.

Tagliatele grossolanamente e trasferitele nel bicchiere del frullatore con i filetti di alici, anch'essi tagliati, l'aglio e quanche grano di sale grosso.

Frullate con la funzione pulse (scatti). Non appena gli ingredienti iniziano a diventare una crema, versate l'olio a filo.

Una volta che la crema è pronta, versate un filo di aceto balsamico e frullate sino ad incorporarlo.

Spalmatelo su del pane casereccio e servitelo come antipasto.




I consigli del Panda:
  1. dosate il sale dal momento che le alici sono di per sè salate. In questa ricetta, più che nelle altre è fondamentale assaggiare per regolarsi. 
  2. Versate l'olio a filo e vedrete la crema montare come fosse maionese;
  3. potete scegliere se lasciare la salsa grossolana o se farla più liscia;
  4. un'alternativa può essere tritare le puntarelle e guarnire il crostino con i filetti di alici interi.




Buon Appetito

martedì 24 dicembre 2013

Baccalà pastellato e fritto...il gusto vero del Natale romano

Tra tutte le ricette legate al Natale, dolci o salate che siano, la mia preferita è il baccalà pastellato e fritto. Sarà perchè amo il baccalà e lo mangerei 2 volte al giorno, sarà perchè mi riporta alle feste vissute con gli occhi del bambino che è in ognuno di noi. Fatto sta che quando cominciano a vedersi luminarie e vetrine con addobbi natalizi, il mio primo pensiero corre al baccalà fritto. Non c'è Natale senza baccalà. L'ho sempre mangiato, ma non l'ho mai preparato. Quest'anno mi sono voluto cimentare anche nella preparazione. Non avendo una base di partenza, però, e non volendo replicare la ricetta delle donne della mia famiglia perchè loro tendono a voler una pastella spugnosa, mentre io la volevo croccante, mi sono messo in rete alla ricerca della ricetta "perfetta". Nulla mi convinceva fino in fondo. C'era sempre qualcosa che alla fine non soddisfaceva la mia idea. Poi, un giorno, il lampo. Lo chiedo a Gabriele (Chef Rubio); così gli ho mandato una mail e lui, invece di rispondere, mi ha telefonato. Abbiamo trascorso una mezz'oretta a parlare delle possibili varianti ed alla fine, due cose mi sono rimaste impresse: dei consigli che vi dirò nella ricetta e l'assoluta conferma alla mia convinzione che, dietro ai fornelli, così come nella vita in generale, la preparazione è essenziale. In cucina, poi, dove la chimica ha un ruolo centrale, sapere la funzione di ogni ingrediente è fondamentale. Ecco a voi i miei filetti di baccalà pastellati e fritti.




Ingredienti per 12 filetti:
  1. 1 kg di baccalà già ammollato;
  2. 250 g di farina di riso;
  3. 250 g di farina 0;
  4. 66 cl di birra;
  5. un pizzico di bicarbonato/zucchero;
  6. 5 gr di sale;
  7. 2 l di olio per friggere

La preparazione non è complessa, ma richiede delle attenzioni che sono cruciali per la riuscita del piatto. 

In una ciotola, unite, dopo averle setacciate, tutte le polveri (farine, zucchero, bicarbonato, sale); quindi aggiungete parte della birra.

Iniziate, con la frusta o preferibilmente con una forchetta, a mescolare il composto. Non appena noterete la prima bozza di impasto, versate, a filo, la restante birra; senza mai smettere di mescolare.

Una volta che avrete ottenuto una pastella liscia ed omogenea, coprite con della pellicola alimentare e trasferite in frigo per circa un'ora, in cui la pastella si gonfierà leggermente.

Trascorso questo tempo, togliete la ciotola dal frigo ed immergeteci i filetti/bocconcini di baccalà, dopo averli asciugati ed infarinati.

Portate a temperatura l'olio (180/190°) e passate alla frittura. Immergete un filetto alla volta, per non far diminuire troppo la temperatura dell'olio e fate andare, a fuoco medio, sino a che non vedete la pastella dorarsi, girando di tanto in tanto, per avere una doratura omogenea.

Trasferite i filetti su carta assorbente prima di impiattare.




I consigli del Panda (feat. CHef Rubio):
  1. la temperatura della birra e della pastella in generale deve essere ghiacchiata per creare uno shock termico con l'olio. Questo renderà il vostro fritto croccantissimo. E' lo stesso principio della tempure giapponese;
  2. se volete una pastella croccante e non spugnosa, "tagliate" la farina 0 con della farina di riso (povera di proteine) per far sì che non si sviluppi troppo la maglia glutinica. Non può essere, invece, usata in purezza (come nel tempura) perchè non avrebbe una viscosità tale da restare attaccata al baccalà;
  3. in molte ricette c'è la presenza dell'uovo (tuorlo); se volete una pastella spugnosa utlizzatelo, ma se, invece, puntate sulla croccantezza, omettetelo;
  4. per lo stesso motivo, mesclate, per poco tempo, il più velocemente possibile, la pastella con una forchetta o al massimo con una frusta;
  5. utilizzate una ciotola di metallo e fate riposare in frigo per mantenere la temperatura fredda il più a lungo possibile;
  6. tamponare ed asciugare i filetti è fondamentale. Non consentirà al baccalà di bagnare  la pastella, ammorbidendola irrimediabilnmente;
  7. munitevi di guanti da cucina, la frittura della pastella schizza in modo massivo; vi serviranno per non scottarvi;
  8. vi accorgerete della bontà del risultato dalla consistenza dei filetti: devono essere croccanti ed asciutti ed il baccalà deve risultare morbido ed umido;





Buon Appetito




lunedì 23 dicembre 2013

La donna degli ascolti...in cucina

Per la rubrica "I numeri dicono sempre la verità...basta saperli leggere", oggi, vi propongo un'intervista esclusiva con Silvia Motta, volto tv di Rai 3 (Tv Talk, Agorà, Mi Manda Rai 3), meglio conosciuta come "La signora degli Ascolti". Con Lei, ho voluto fare una bella chiacchierata a proposito di trasmissioni di cucina in tv, di qualità e di audience. E' interessante, a mio modo, capire i meccanismi che muovono la grande macchina mediatica e soprattutto valutare se i numeri, in questo caso, sono sinonimo di popolarità o  di qualità. Concetti, a volte, molto distanti tra loro. Prima di lasciarvi alle interessanti risposte di Silvia, una delle più belle citazioni sui numeri: Tutto è numero. Il numero è in  tutto. Il numero è nell'individuo. L'ebbrezza è un numero. (Charles Baudelaire).


















Nome: Silvia
Cognome: Motta
Data di Nascita: 1975
Luogo di Nascita: Milano


In tv imperversano sempre più programmi di cucina: dalla Clerici fino alla Parodi, passando per Masterchef, Unti e Bisunti e Street Food  Heroes. Quanto è ancora alta la curva di interesse di questo tema oppure quanto siamo vicini alla saturazione?

L’interesse è ancora molto alto. La Prova del Cuoco va sull’ammiraglia della tv pubblica e fa ancora ascolti altissimi con una media del 18% di share e più di due milioni e 200mila telespettatori; la seconda edizione di Masterchef solo su SkyUno ha ottenuto una media di quasi 700mila telespettatori, Unti e bisunti ha contribuito all’ottimo successo di Dmax, terzo in classifica tra i canali specializzati nei primi nove mesi del 2013 dopo Real time e Rai Yoyo..Lo stesso Bake off Italia su Real time alla prima puntata (in onda anche su Dmax) ha quasi doppiato gli ascolti del confronto per le Primarie del PD. Questi ultimi due esempi si collocano all’interno dell’importante crescita del gruppo Discovery.

Qual è secondo te la trasmissione di cucina di maggiore qualità in tv? Perché? 

Mi pare molto riuscito Masterchef. Trovo che coniughi perfettamente il linguaggio del talent con i contenuti culinari soddisfacendo pienamente le aspettative del pubblico.

Spesso i format proposti sono ideati all’estero e poi riproposti in Italia. Secondo il tuo osservatorio, in Italia, non abbiamo il talento autoriale per farli home made, senza dover acquistare un pacchetto preconfezionato all’estero?

I talenti ci sono, e tanti; sono quelli che poi ci mettono l’ingegno creativo per adeguare un prodotto standardizzato alle esigenze del pubblico televisivo del nostro Paese. Ma per le Reti è più semplice comprare un successo sicuro piuttosto che rischiare investimenti infruttuosi per la raccolta pubblicitaria.

Qual è il target group di riferimento dei diversi programmi: Prova del Cuoco, Master Chef, Benedetta Parodi, Unti e Bisunti, Street Food Heroes? 

Diversi. Vasto, popolare e più anziano il target di Antonella Clerici; benestante, colto e più giovane quello di Masterchef, che genera molto traffico anche su Twitter; femminile quello di Benedetta Parodi con Bake off Italia; più maschile quello di Unti e Bisunti e di Street Food Heroes.

Quanto il successo di queste trasmissioni sono legate a doppio filo al conduttore e quanto, invece, è la forma del format? 

Credo che il successo sia il risultato di un perfetto connubio tra le due parti. Clerici e Parodi sono un compiuto esempio di come il format alla fine finisca per coincidere con il volto del conduttore. Ma soprattutto nei talent è fondamentale il casting dei giudici, più di quello dei concorrenti, perché ai primi è affidata anche la responsabilità di incarnare consapevolmente le linee autorali.

Qual è il personaggio dell’anno di queste trasmissioni e perché? 

Chef Rubio. Per il suo modo diverso, più maschile, più da american boy. Ha sdoganato la cucina da camionista, quella dello street food, non solo più bassa-popolare ma anche fetida, molto lontana dalla nouvelle cuisine a cui ci aveva abituato il genere.

Per un professionista dei fornelli, non è un rischio, in termini di immagine, esporsi a livello mediatico in questo tipo di trasmissioni popolari? 

Da una grande pubblicità di solito provengono più vantaggi che svantaggi.

Secondo te, sulla base dei numeri, sarebbe possibile fare una trasmissione di cucina improntata più al tutorial, alla spiegazione della tecnica e delle materie prime che al resto? 

Il genere del tutorial è tutt’altro che semplice. Sicuramente non lo è sulla tv generalista, dove ci vuole del tempo per essere capito dal pubblico, come ha dimostrato l’avventura paziente di Detto Fatto, che però ora è un buon successo del pomeriggio di Raidue. Un tutorial sulla cucina, in questa contingenza economica in cui gli inserzionisti hanno ancora il braccino corto, sarebbe un investimento più sicuro su una rete tematica.

Dai tuoi numeri, quanto il successo è dovuto dall’audience consolidato del canale che trasmette la trasmissione e quanto, invece, il tema avvicina nuovi telespettatori alla tv di riferimento? 

Come dicevo pocanzi, il canale di trasmissione è fondamentale. Per rispondere mi basta citare il caso Parodi: volto e genere di successo su Italia Uno, il pubblico de La7 non l’ha capita e ora è adattissima su Real time.


I primi anni 2000 sono stati caratterizzati dai reality, poi ci sono stati i talent. Da studiosa tv, come immagini il futuro della tv? Quale sarà il prodotto tv dei prossimi 10 anni? La cucina potrebbe essere un buon volano per nuovi format?

Il futuro della tv sarà sempre più fuori dal televisore. Ormai guardiamo la televisione dagli smartphone e da altri device. Nel futuro della tv vedo quello a cui stiamo già assistendo: una tv a richiesta, in cui il pubblico è fortemente interattivo, con un ruolo di primissimo piano di Internet e della Social Tv. Anche i programmi di cucina si dovranno adeguare..chissà quante nuove app gastronomiche! Intanto auguriamoci che il genere televisivo dei programmi di cucina, a causa dell’inflazione, non si consumi a breve come è successo in certi periodi ai talk show politici.

I numeri premiano la qualità o no? I maggiori ascolti a quale fattore sono dovuti?

Non sempre. Spesso gli alti ascolti premiano la pruderie o la presenza di un volto popolare. Ma nel genere della cucina in tv mi sembra che finora qualità e ascolti vadano di pari passo.

Il tuo rapporto con il cibo? 

Onnivora. Mangio spesso eppure mi sento sempre a stomaco vuoto..e in più mi toccano a cena anche gli avanzi dei figli. Per fortuna ho un metabolismo accelerato e non accumulo in zone scomode..

Il tuo piatto preferito? 

Le lasagne di mia suocera

Quanto sei brava dietro ai fornelli? 

Se mi impegno qualcosa di decente ne esce..ma mi devo davvero impegnare. In casa mia è più bravo mio marito.


Cucina per te significa… 

L’angolo della mia cucina è sempre piena di bambini che giocano con acqua, farina e spezie. Ma siccome la cucina non è solo un angolo di casa ma è sinonimo di gusto della vita, per godermi una cena è meglio andare dalle amiche o al ristorante.

Il piatto che leghi maggiormente al Natale e perché? 

I tortellini in brodo. Ho 38 anni e sono 38 anni che il 25 dicembre sono immancabili tra il primo e il secondo.

Progetti per il futuro? Obiettivi? 

Mi interessa approfondire il filo diretto che si è aperto con i telespettatori tutte le mattine tra Agorà e Mi Manda Raitre. E’ impressionante l’interesse attivo del pubblico verso questa sorta di democrazia diretta sulla tv: è una sorta di compartecipazione alla costruzione di una tv di qualità attraverso critiche e commenti. Tutte indicazioni preziosissime che devono far drizzare le antenne a noi televisivi, spingendoci a migliorare i nostri programmi senza dare nulla per scontato. E’ per questo che osservo in continuazione, attraverso i dati Auditel, ma anche attraverso il Qualitel, le passioni dei telespettatori. Mi preme conoscerli, capire i motivi delle loro singole scelte, potendo intercettarli anche ad uno ad uno, grazie a questa finestra del mattino su Raitre e attraverso Twitter o Facebook. Credo che chi lavora in tv abbia il dovere di ascoltare la voce del pubblico, e debba rendersi consapevole e responsabile del fatto che la tv non può essere una giungla in cui il telespettatore è costretto a sopravvivere grazie allo zapping. La tv è innanzitutto un servizio al pubblico, e a questo obiettivo la Rai, che fa proprio servizio pubblico, è particolarmente attenta.

Silvia Motta tra 10 anni dove si vede? 

Più dietro alle curve dell’Auditel che ai fornelli. E comunque lunga vita a Tv Talk!

Grazie Silvia ed in bocca al lupo per tutto.

venerdì 20 dicembre 2013

In cucina con...Maurizio Falcocchio

Maurizio Falcocchio
L'intervista dell'ospite di oggi segna la nostra prima evasione dal tema "food". Parliamo, infatti, di arte. Io non sono un esperto di arte. Anzi. Ne ho respirata un pò a casa perchè mia sorella è architetto ed ha frequentato il liceo artistico; per induzione un minimo ne ho appreso. L'incontro con Maurizio Falcocchio è avvenuta per caso, ma da un scintilla è stato subito fuoco. Un paio di mesi fa, mia Zia espresse il desiderio di farmi un ragalo per casa. Un regalo importante, che resti negli anni. Così, le ho detto: "Zia, ancora non ho un quadro degno di tale nome. Indirizziamoci in questo senso". Detto, fatto! Io e Vale abbiamo iniziato a girare per gallerie, smarriti, disorientati in un settore non nostro, fatto delle persone più varie: quelle che storcono il naso quando capiscono che di fronte non hanno un parigrado (in fatto di arte) e quelle che invece, proprio capendolo, si mettono a diposizione per cercare di conciliare esigenze del cliente con offerta degli artisti. Per merito di una collega che ci ha indirizzati, due settimane fa, entriamo nell'ennesima galleria. Iniziamo a girare, quando finalmente vediamo delle opere che ci colpiscono. Minimaliste, dal messaggio, per noi, chiaro. Vale per gioco inizia a voler indovinare i titoli delle Opere e, più o meno, le indovina quasi tutte. Chiamiamo la titolare e ci facciamo dire di più sulle opere e sull'artista. Ci convince. Compriamo un'Opera: "La scelta giusta", che Valeria, nel suo gioco aveva ribattezza "Il dubbio". E' fatta! Soddisfatti, torniamo a casa. Incuriosito cerco informazioni sull'autore, e così trovo il sito ufficiale. Leggo di una persona interessante, così, sempre più curioso, gli scrivo per fugare dei dubbi. Prontamente mi risponde ed inizia una fitta corrispondenza. Trovo una persona disponibile, umile, pacata, educata. Insomma, tutto il contrario dello stereotipo dell'artista maledetto. Gli propongo un' intervista, accetta con entusiasmo ed eccoci qui. Mi fregio di essere il suo primo intervistatore. Scoprirete una persona dalla mille sfacettature, un commercialista con tela e pennelli, che detto così sembra un'ossimoro, ma vi assicuro non lo è affatto. Una persona che ha cominciato copiando topolino, la cui compagna gli ha regalato un sogno. Per ciò che concerne la sfera artistica, non posso aggiungere nulla a quello che ha detto la gallerista appena entrati: "fatevi un giro, il quadro per voi lo riconoscerete, vi emozionerà". E' così. Per finire con una battuta: se poi, invece di emozioni, cercate un investimento, siate pronti ad un investimento a lunghissimo raggio. Maurizio è giovane e gode di ottima salute.


Nome: Maurizio

Cognome: Falcocchio

Data di Nascita: 26 Maggio 1975
Luogo di Nascita: Roma

Buongiorno Maurizio, non hai avuto una formazione scolastica artistica. Come ti sei 
avvicinato al mondo dell’arte?

Il disegno e la pittura hanno fatto parte della mia vita fin da piccolo, ho iniziato replicando le vignette dei fumetti come Topolino per creare biglietti d’auguri da regalare ai miei familiari. Successivamente chiesi come regalo di Natale colori, pennelli  e tele per cimentarmi con la pittura come quella dei grandi, creando già da allora piccoli quadri ideati interamente da me. Il debutto vero e proprio, però, è avvenuto grazie alla mia compagna, la quale, dopo aver saputo della mia passione per la pittura, fino a qual momento confinata in un hobby/sfogo personale e dopo aver visto le mie Opere, come regalo per il mio 32°compleanno ha acquistato uno spazio per la pubblicazione di una mia Opera su un annuario d’arte moderna, da qui e sempre sotto la sua spinta sono iniziate le prime mostre, dapprima in piccole gallerie per arrivare fino a Via Margutta e a mostre sul territorio nazionale.

Breve presentazione di te e dei tuoi riconoscimenti


Dopo gli studi economici, sono Laureato in Economia e Commercio e abilitato alla professione di Dottore Commercialista, ho abbandonato tutto per gettarmi a capofitto su ciò che realmente mi soddisfa e mi realizza: la pittura.Molti, e soprattutto i miei familiari, dicono che sia un folle in quanto dopo tutti i sacrifici fatti, ho intrapreso una strada che non da sicurezze come quella di un impiego. Per me però non esiste stipendio che dia la stessa soddisfazione come quella di ricevere complimenti da persone sconosciute che oltretutto sono disposte a pagare per entrare in possesso di una mia creazione.La scoperta più bella è stata quella di sapere che le mie Opere riscontravano un notevole interesse tra gli addetti al settore ma soprattutto, cosa secondo me infinitamente più importante, tra le persone comuni che magari di arte non ne sapevano nulla.Tra i vari riconoscimenti avuti nell’ultimo anno ci sono l’essere rientrato tra i finalisti della V Biennale d’Arte Contemporanea di Genova, essere tra gli artisti premiati al Concorso Satuarte 2013 e essermi classificato al primo posto al Concorso d’Arte Contemporanea Ad-Art.



L'alba di un nuovo giorno



Come ti definiresti, in senso artistico?

Mi piace definirmi come un Eclettico sognatore.

Quale messaggio vuoi mandare con le tue opere?

I messaggi sono molteplici e di solito scaturiscono dallo stato d’animo in cui mi trovo nel momento in cui l’opera prende vita, prima nella mia mente, poi su carta con il bozzetto ed infine sulla tela.
Diciamo però che ci sono alcuni messaggi ricorrenti, come quello della convivenza tra le persone e le coppie, o quello delle continue scelte a cui l’uomo è sottoposto nel corso della sua vita.


Ordine e Caos

Quanto è difficile vivere di arte in un mondo come quello che viviamo?

Direi che lo è molto, purtroppo penso che la società moderna sia più improntata sull’apparire che sull’essere, basta pensare che la maggior parte delle persone magari trova folle o dice che non può permettersi l’acquisto di un’Opera che costa 1.000 euro, per poi correre al negozio e spendere la stessa cifra per acquistare un cellulare che dopo pochi mesi è obsoleto.

Quando hai capito che la tua vita doveva essere in questo settore? Da cosa lo hai capito?

Credo di averlo capito dopo le prime Mostre riscontrando i pareri positivi di chi vedeva per la prima volta le mie creazioni.

Cosa è per te arte?

Evasione ed espressione di sè stessi

Da cosa si capisce un artista?

Un artista si capisce dalla capacità che hanno le sue Opere di trasmettere emozioni.



Colpo di Fulmine

Quali sono stati i tuoi modelli e perché?

Sicuramente Salvador Dalì per l’oniricità delle sue Opere, Giorgio De Chirico per le architetture dei sui paesaggi e Paul Jackson Pollock per l’energia che trasmette nei suoi lavori.

Immagino ci sia una forte connessione tra uomo ed opere dell’artista? E’ sempre vero? Nel tuo caso?

Ti posso dire che è vero nel mio caso, infatti, se da una parte fa piacere sapere che un’Opera è stata acquistata, dall’altra è sempre una sofferenza per me, perché è come se una mia sensazione, emozione o stato d’animo che ho riprodotto su tela entri a far parte della vita di un’altra persona a me sconosciuta. Ho sempre la speranza che il nuovo proprietario l’abbia voluta perché ha ritrovato in essa il messaggio che volevo trasferire al mondo. Mi è capitato di  non vendere Opere a persone perché nel momento in cui le illustravo magari pronunciavano frasi del tipo “…e poi si intona bene con il divano”.

Pensi che l’utilizzo del termine “arte” sia troppo inflazionato?

Un po’ si, ormai in questo campo si definisce arte tutto ciò che sciocca o che è particolare; ti faccio un esempio: all’ultima mostra di arte moderna a cui ho partecipato, un’artista aveva preso un tubo da edilizia e posizionato su di un muro affermando che tutto può essere arte, secondo me non è cosi, l’arte dal mio punto di vista deve essere comunicazione, non puoi definire arte una cosa solo perché è stato un artista a farlo.

Valore e prezzo sono due concetti molto diversi e, soprattutto, soggettivi. Quali sono i parametri per dare una prezzo ad un’Opera.

I parametri per dare un prezzo ad un’Opera dipendono in parte dall’artista ed in parte dall’Opera. Il valore dipendente dall’artista scaturisce logicamente dalla fama di quest’ultimo e quindi dai premi vinti, a quanti concorsi e mostre ha partecipato. I parametri dipendenti dall’Opera invece sono basati sulla tecnica usata per dipingerla, quindi se si tratta di pittura ad olio, tempera, acrilico ecc e sul fatto se si tratta di un’Opera unica o meno.

Quanto conta il marketing per un’artista?

Purtroppo conta molto, mi dispiace affermarlo ma dovendo vendere un tuo prodotto, e trovandosi in un mercato inflazionato, è fondamentale.


Iustitia

Un nome di un’artista contemporaneo che apprezzi?

Ne apprezzo diversi ma quello che mi ha sempre affascinato anche se molto lontano dal mio stile è senz’altro Andy Warhol.

Un nome di un’artista giovane, ancora poco conosciuto, su cui sei sicuro che farà strada?

Mi incuriosisce molto Stefano Bolcato, dipinge quadri a soggetto LEGO che adatta a fatti e situazioni riscontrabili nel quotidiano.

L’arte ha vissuto una evoluzione così come la società in generale. Si possono fare dei paragoni di merito tra arti di periodi diversi?

Non credo si possa in quanto l’arte come tutto il resto evolve sia per il cambio di mentalità dell’uomo sia per le nuove tecniche e tecnologie usate.

Cosa ti senti di dire a coloro che credono che l’arte contemporanea non sia allo stesso streguo di quella classica?

Che probabilmente tra 500 anni si dirà lo stesso dell’arte contemporanea rispetto a quella futura.

Quanto le istituzioni sostengono l’arte?

Purtroppo pochissimo, in quanto si tende a considerarla un settore di nicchia.

L’Italia è un paese storicamente artistico, ma non si riesce a sfruttare a pieno questo asset per la crescita economica del Paese. Di chi la responsabilità? Da quale paese dovremmo prendere esempio?

Come dicevo prima penso che la responsabilità sia delle istituzioni che non la considerano economicamente appetibile, ma anche nostra che forse per l’abitudine ad averla accessibile quasi in ogni angolo non gli diamo il giusto valore. Gli esempi li abbiamo vicinissimi, paesi Europei come Francia e Spagna hanno fatto dell’arte uno dei settori economicamente più remunerativi.

La tua giornata tipo?

Non ho una giornata tipo, diciamo che dopo la sveglia, solitamente abbastanza presto intorno alle 7, 7:30 ed il caffè, decido cosa fare in base all’ispirazione, se continuare a dipingere un’Opera iniziata nei giorni precedenti, dedicarmi alla creazione di un bozzetto perché magari ho avuto un’idea durante la notte o dedicarmi alla sperimentazione di qualcosa di totalmente nuovo e una volta iniziata una di queste fasi solitamente non ci si ferma fino a quando non si arriva al risultato finale che si ha nella propria mente, quindi molto spesso si fa l’alba.

Parlaci di Maurizio uomo…

Maurizio uomo è il Maurizio artista, non ci sono differenze, è una persona amante dell’allegria, ottimista a giorni alterni, a cui la solitudine non fa paura perché l’aiuta a riflettere sulla sua vita e su quella degli altri, altruista con chi secondo lui lo merita e menefreghista con chi lo ha ferito o deluso.

La cosa che osservi in una persona? Cosa detesti e cosa apprezzi?

So che può sembrare scontato ma l’unica cosa che per me veramente conta è la sincerità e la schiettezza, quindi detesto le persone opportuniste e bugiarde.

Il tuo rapporto con la politica?

Totale indifferenza in quanto non riesco a riconoscermi in nessun partito o politico.

Il tuo rapporto con la religione?

Credo in Dio ma fino a poco tempo fa non vedevo di buon occhio la chiesa, ultimamente mi sono riavvicinato grazie a Papa Francesco in quanto sta mostrando al mondo e soprattutto alla chiesa cosa significa realmente essere un uomo di Dio.

La tua squadra del cuore?

La Roma.

Cosa pensi dell’Italia (in generale). Qual è il tuo punto di vista?

Penso che sia il posto più bello del mondo da un punto di vista paesaggistico e climatico, ma che sia anche un posto in cui è molto difficile vivere a causa della nostra mentalità e del nostro comportamento.

Il tuo rapporto con le altre forme di arte (cinema, musica, libri,…)?

Ascolto tantissima musica, mi aiuta a concentrarmi e rilassarmi e amo molto leggere anche se purtroppo non gli dedico molto tempo.

Il tuo rapporto con il cibo?

Mi piace mangiare ma non in modo esagerato.

Che tipo di cucina apprezzi?

Casalinga, anche perché la mia compagna è molto brava ai fornelli.

Il tuo piatto preferito?

Carciofi alla Giudia.

Si può parlare, secondo te, di arte culinaria? Se si, qual è la tua declinazione? E’ la sostanza o la forma?

Posso dire che in quest’ultimo periodo ho avuto modo di vedere piatti che possono essere definiti delle vere opere d’arte sia dal punto di vista della sostanza che della forma.

Uno chef, se ne hai uno, che apprezzi particolarmente? Perché?

Diciamo che vista la mia esperienza basilare in cucina non conosco molti chef se non quelli che partecipano a programmi in tv e sinceramente li trovo piuttosto antipatici.

Sei bravo a cucinare?

Diciamo che sui classici me la cavo.

Qual è il tuo piatto forte?

Cacio e pepe.

Siamo prossimi al Natale. Qual è il ricordo più forte che leghi a questa festa? E la ricetta?

Il ricordo più forte è stato quello di quando ho ricevuto in dono colori, pennelli e tele e la ricetta è senz’altro cappelletti in brodo.

Prox impegni artistici? Dove ti possiamo incontrare?

La programmazione delle prossime Mostre purtroppo inizierà a gennaio e quindi al momento è tutto in fase embrionale. Comunque potete tenervi aggiornati tramite il mio sito, www.mauriziofalcocchio.com, su cui pubblicherò date e luoghi delle mie prossime esposizioni.

Come ti vedi tra 10 anni?

Domanda impegnativa, più che come mi vedo ti posso dire come spero di arrivare, un artista affermato a livello internazionale.

Grazie ed in bocca al lupo Maurizio…

Crepi e grazie a te Luca… ci vediamo alla mia prossima mostra.

La strada per le stelle