lunedì 6 gennaio 2014

Diario di viaggio - New York (3): attrazioni...in fila!

New York è una città che ti resta dentro...nel cuore ed anche nel fisico; dal momento che per girarla tutta si fa una vera e propria maratona. Vi assicurò, però, che ne vale davvero la pena.

A prima vista è una città commerciale, così come ci viene proposta in tv e nei film; vivendola, anche solo qualche giorno, come nel mio caso, si scopre - invece - molto più "profonda" di significato di quanto possa sembrare.

Vivere New York, camminare tra i vari quartieri, respirare le sue atmosfere è un'esperienza che, almeno una volta nella vita, va fatto. 

La Grande Mela dà l'impressione di essere più città in una: la metropoli all'avanguardia del centro (Times Square su tutto), il cuore pulsante di Harlem, lower Manhattan con SoHo, Nolita, Little Italy, China Town e Tribeca. Per non parlare di Brooklyn con il suo ponte intriso di storia ed Ellis Island, il primo punto di approdo degli immigrati. 

In ordine, qualche consiglio su cosa vedere.

Ponte di Brooklyn. In assoluto l'emozione più grande è stata camminare di sera su questo ponte storico che per molti di noi ricorda le gomme. Circa 2,5 Km di sopraelevata rispetto al passaggio delle auto con sulla sinistra gli skyline illuminati e sulla destra il Manhattan Bridge. Bellissimo...da fare assolutamente. La curiosità di questo ponte, costruito in 13 anni, per un investimento di oltre 15 milioni di dollari dell'epoca, con il sacrificio (a volte anche in termini di vite, 27 morti) di 600 operari sta nel fatto che durante la sua opera, il progettista inglese Robling, resto vittima di un incidete. Ma c'è di più. Il suo posto fu preso dal figlio Washington, che a sua volta resto paralizzato per un'embolia gassosa. L'opera fu così terminata dalla moglie Emily. Quando si dice il destino nel nome! Durante l'inaugurazione, un "simpatico" sconosciuto, per scherzo gridò che il ponte stava per crollare. Il panico pervase la folla che causò 12 morti. Insomma dall'inizio dei lavori all'inaugurazione, circa 13 anni, il ponte si macchio di oltre 40 morti...una bella media!




La messa Gospel di Harlem. Si esce dalla Metro (fermata 125st - linee ACD) e si ha la sensazione immediata di vivere negli anni '80; è un'atmosfera diversa, piacevole ma che cozza con i mega screen ed i claim pubblicitari di Times Square. Consigliati da un abitante del posto andiamo a vedere la funzione alla First Corinthian Baptist Churc, meno conosciuta di altre (quindi molto meno fila ll'ingresso, ma ugualmente bella). Entriamo ed abbiamo la netta sensazione di non essere in una chiesa, almeno legata al nostro concetto. E' più un teatro, anche come struttura (a due piani), con schermi dove si possono seguire i passi della Bibbia. Le persone più giovani seguono sull'Ipad o Iphone. Ci sono batteria, organo, piano e 8 voci che intonano canti di musica pop black (Simply the Best di Tina Turner, tanto per citarne una). Poi arriva il pastore e dopo aver letto un passo della Bibbia di Matteo, inizia, in tono ironico a farne l'esegesi. Per più di mezz'ora, con tono crescente, parla della fede che aiuta la vita di ognuno di noi. Credetemi, sembra più un comizio elettorale che una predica, ma vi assicuro che il messaggio arriva forte e chiaro. Un vero e proprio rito animista. Non si spiega altrimenti l'energia che sprigiona il pastore. Poi di nuovo canti, sorrisi, cori. Nota di colore: mentre scorrevano i passi della Bibbia sui megaschermi, un serpentone stile Tg chiede gentilemente di poter spostare auto parcheggiate male. In tutto la cerimonia dura circa due ore, ma passano in un baleno. La sensazione che ti lascia è che se anche in Italia, si uscisse fuori da schemi di 2000 anni fa, si potrebbero avvicinare molti più giovani di quanto non si possa pensare. Termina con abbracci e con "I Love You" tra tutte le persone. Una emozione incredibile. Se mai tornerò, bisserò di certo.


La Statua delle Libertà ed Ellis Island. In assoluto la prima visita che abbiamo fatto. In metro fino a Whitehall Street (linea R) poi dopo una lunghissima fila ci imbarchiamo. Andiamo prima alla base della Statua della Liberta, ma se dovessi dirvi, non è che mi abbia impressionato più di tanto. 94 m tra base e statua (equamente divisi), progettata dall'architetto francese Gustave Eiffel, in quanto espero di strutture in metallo (visto l'omonima torre) è il simbolo di New York. Il volto della statua, invece, è ispirata alla mamma del disegnatore, francese anch'esso, Auguste Bartholdi. Donata dai transalpini agli americani nel 1883, la curiosità, oltre all'ispirazione del volto, è che quando fu inaugurata, furono regalati delle miniature, fabbricate dalla fabbrica francese Gaget, da cui ha avuto origine il termine gadget. Prima di tornare indietro, si passa da Ellis Island, dove ha sede il Museo dell'Immigrazione. Ecco, questo dovrebbero andarlo a visitare tutti, soprattutto chi ora, senza sapere, si scaglia in modo incondizionato contro gli immigrati che vengono in Italia. Era il primo punto di attracco degli USA. Dopo viaggi in nave di giorni e giorni, le persone venivano sottoposte al test dei 6 scalini. Salivano una scalinata ed i dottori dalla postura compilavano una scheda relativa alle condizioni di salute degli immigrati e decidevano chi era abbastanza forte da poter lavorare e chi, invece, rispedire al mittente. Solo i più forti, quindi, dopo un mese di viaggio in nave (Exodus Style) e tutte le proprie risorse investite (attualizzando, il viaggio costava circa 2000 dollari a testa) iniziava il suo sogno americano. Gli altri, invece, dovevano subire, oltre al dolore della separazione con i propri familiari, anche un viaggio di ritorno, non meno pesante. E' possibile consultare dai terminali gli archivi storici per verificare il passaggio dei propri avi e stampare (per la modica cifra di 20 dollari) il certificato.



Ground Zero. Per chi, come me, nel 2011 era già adulto da potersi ricordare i fatti, è una tappa obbligata la visita nell'area di Ground Zero. Vedere le due fontane di 9 m di lunghezza con al centro un pozzo, profondo anch'esso 9 m, di cui dai bordi non si vede la fine, che sono al posto delle due torri, fa veramente venire la pelle d'oca, in ricordo di quelle immagini che più di un breaking news sembravano degne di un film di fantascienza. Sul bordo delle due vasche (Nord e Sud) ci sono iscritti i nomi delle 2883 vittime (comprese le 8 dell'attacco del 1993). La curiosità è che non sono messe in ordine alfabetico, bensì di colleganza (uffici interi, piuttosto che squadre di soccorritori). Al posto delle twin tower verranno costruite tre nuove torri, di cui una è già terminata: One World Trade Center. La più alta degli Usa con 548 m (le precedenti si fermavano a 415 e 417 m). Interessante vedere poi "The Survivor Tree", l'albero sopravissuto all'attacco. La cosa interessante è sapere che i progettisti hanno studiato la luce delle ore 12 di ogni 11 Settembre e progettato la zona in modo tale che a quell'ora non ci sia una zona coperta di tutta l'area. Una "luce perpetua" nel giorno del ricordo.

la torre nord

Survivor Tree
Lo Skyline con la nuova torre
One World Trade Center

Se andate, come noi, nel periodo natalizio, una cosa carina da vedere sono le luci di Brooklyn, così dette Dyker Heights. Una vera e propria gara tra privati che si sfidano a colpi di lucine. Eccola.



Capitolo Musei. Ce ne sono in quantità industriale. Uno per ogni esigenza. I principali sono tre: il Metropolitan, il MoMA ed il Gugghenaim. Molto carino, per chi ha visto il film "Notte al Museo" con Ben Stiller, quello della Storia Naturale.

Empire State Building. Ci sono due skyline panoramici: l'Empire ed il Top of the Rock. Entrambi centralissimi. Il primo all'angolo tra la 34st e la 5th ed il secondo all'interno del complesso Rockfeller Center tra la 50st e la 6th. Tra i due, noi siamo andati al primo. La vista dall'86° piano è mozzafiato; anche con un semplice telefonino, avrete foto da cartolina. Realizzato in soli 14 mesi, inaugurato nel 1931, sino alla costruzioni delle Torri Gemelle (1973) con 381 m (antenna esclusa) è stato il più alto al mondo. Famoso per il film King Kong, la curiosità è che l'ultima "pietra" con relativo fissaggio della bandiera fu messa da un italiano che scelse, curiosamente per gli statunitensi, di piantare il tricolore invece della flag stelle e strisce. E' tappa d'obbligo.





la vista della strada dall'86° piano
Queste, in breve, le cose principali da vedere in una settima a NYC. Avendo più tempo e con la bella stagione si possono fare della passeggiate tematiche nei diversi quartieri ed ovviamente vivere Central Park che è una vera e propria città nella città.

Considerazioni di carattere generale:

  1. attenzione alla metro perchè su ogni binario, diversamente da Roma o Londra, passano diverse linee, quindi se non fate attenzione al treno che prendete rischiate di andare da tutto' altra parte;
  2. comprate on line la metro card perchè, diversamente da quanto si possa pensare, dotarsi di tessera o biglietti non è un'operazione banale, dal momento che molte macchinette sono fuori uso e le biglietterie sono, quindi, super affollate;
  3. se andare per una settimana consiglio il City Pass, in quanto ci sono tutte le attrazioni principali, dal momento che di più non ne riuscite a vedere;
  4. dotatevi di molta pazienza; in ogni attrazione troverete, anche avendo il City Pass orde di persone e file interminabili.
Per il resto divertitevi e vivetevi la città fino in fondo...NY è una città che non dorme mai. La sensazione che avrete al ritorno, nelle vostre città, grandi o piccole che siano, è di vivere in una zona rurale in confronto.

Buon Divertimento

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