sabato 16 novembre 2013

L'uovo in camicia...un classico

Dopo l'uovo di Colombo, da qualche tempo a questa parte, uno dei nomi che più di frequente viene legato all'uovo, appunto, è quello di Carlo Cracco. Tra i maggiori banchi di sfida su cui i più famosi Chef si confrontano è proprio l'uovo. E' convincimento diffuso che la differenza tra Chef stellati e cuochi, se pur bravi, sia quello di riuscire a valorizzare con il proprio Know how, ingredienti semplici ed economici. Sebbene la materia prima sia fondamentale in cucina, non è detto che la qualità debba, per forza, far rima con prezzi alti. Il valore ed il prezzo sono spesso due concetti slegati. Ci sono diverse "uova famose", soprattutto in Italia: il tuorlo fritto di Cracco, l'uovo al tegamino di Davide Scabin, manca - però - l'uovo di Chef Clemè. E' grave, mi sono detto! Con le mie aspirazioni, ancora non ho versionato un uovo. Non ci siamo, no no, proprio no. Devo recuperare. Ancora non sono in grado di presentare un "mio" uovo. Posso, invece, presentare un classico che amo: l'uovo in camicia. Il nome deriva dal fatto che parte dell'albume, in questa particolare preparazione, copre, creando una sorta di velo, il tuorlo. Proprio lo stesso motivo per cui, quando un bambino nasce ricoperto di un velo di placentea, si dice "nato con la camicia"; la tradizione, poi, pare riportare che sia anche di buon auspicio. Per tutti questi motivi mi sono voluto cimentare con questa ricetta....visto mai...non succede, ma se succede.





Ingredienti per 4 persone:
  1. 4 uova;
  2. un cucchiaio di aceto;
  3. sale qb;
  4. pepe qb.

Solo quattro ingredienti. La regola, sperimentata, vuole che il numero degli ingredienti e la difficoltà della preparazione siano inversamente proporzionali. In questo caso, il processo è banale, ma sbagliare e pregiudicare la riuscita è molto semplice.

In una pentola, portare ad ebollizione dell'acqua leggermente salata. Non appena le prime bollicine vengono in superficie, acidulate con l'aceto ed iniziate a girare, con forza, l'acqua in modo da creare un vortice nella pentola.

Non appena il vortice è "autonomo", accompagnate l'uovo, precedentemente aperto in un piattino. La forza centrifuga del vortice farà si che l'uovo inizierà a girare su sè stesso, avviluppandosi.

Continuate a girare l'acqua, per non far fermare il vortice; abbiate cura di non toccare l'uovo, per evitare che si rompa.

Dopo circa un paio di minuti l'albume sarà cotto; con una schiumarola sollevatelo, scolate bene ed impiattate. L'esterno sarà completamente cotto, mentre il tuorlo sarà ancora morbido. Fate la prova della forchetta e ve ne accorgerete.

La mia versione di uovo in camicia è molto basic, non lo accompagno a nessuna verdura o tramezzino; lo condisco semplicemente con olio, un pizzico di sale ed una macinata di pepe nero fredo. La scarpetta è assicurata.





I Consigli del Panda:
  1. preparate un uovo alla volta, altrimenti la gestione della cottura e del vortice sarà impossibile;
  2. dopo diverse prove, sono arrivato alla convinzione che il quantitativo di aceto giusto sia un cucchiaio raso per uovo. E', infatti, sufficiente a cuocere il tuorlo, senza influire significativamente sul sapore dell'uovo stesso;
  3. volendo, per dare un'ulteriore nota di sapore all'uovo, potete utilizzare dell'olio aromatizzato. In questo caso, il mio consiglio, se vi piace, è l'olio tartufato.
Buon Appetito


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